Frecciarossa, partenza lenta in ritardo il 70% dei convogli (07/01/10 10:13)
TORINO - "Roma-Milano" in meno di tre ore,
continua a promettere la martellante campagna pubblicitaria di
Trenitalia. Ma gran parte dei Frecciarossa in corsa lungo la
penisola, nella fase di avviamento della "rivoluzione" dell'alta
velocità, non è stata all'altezza delle promesse e degli impegni. E
non solo per colpa del maltempo. Lo raccontano i primi dati
elaborati nell'ambito dell'inchiesta conoscitiva aperta a Torino,
epicentro dei dissesti e delle proteste, dal sostituto procuratore
Raffaele Guariniello. Il magistrato di battaglia, sempre attento ai
problemi dei consumatori e alle questioni legate alla sicurezza, ha
dato alla Polfer il compito di raccogliere i dati relativi a un
robusto campione di treni veloci, zoomando sui primi dieci giorni
di servizio, prima di Natale.
Le corse in linea con le tabelle di marcia - la massima puntualità
- sono state meno di una ventina, secondo il dossier nelle mani di
Guariniello. Un centinaio degli oltre 400 Frecciarossa monitorati è
approdato a destinazione con meno di 15 minuti di ritardo. Oltre
300 invece, stando sempre alla ricognizione fatta dai collaboratori
del pm, hanno accumulato ritardi superiori al quarto d'ora. E, di
questi, 50 hanno sforato i tempi di oltre 60 minuti, 30 hanno
doppiato la boa delle due ore extra perse, si è arrivati a picchi
di 5 ore abbondanti. E tutto è cominciato prima che neve e ghiaccio
flagellassero la penisola, due giorni dopo l'inagurazione in pompa
magna e in perfetto orario della linea Torino-Milano.
Trenitalia, nonostante i dati pesanti, continua a difendere le sue
ragioni. Allungando il periodo-campione e spalmando le statistiche
su un maggior numero di giorni, le percentuali si annacquano. E
tuttavia tratteggiano un quadro del quale non c'è da andare fieri.
Solo il 25 per cento dei treni fast in corsa dal 13 dicembre al 5
gennaio - dati resi noti ieri dall'azienda - è arrivato al
capolinea con più di 15 minuti di ritardo. Altre centinaia di
Frecciarossa non hanno centrato l'obiettivo puntualità per meno di
un quarto d'ora, anche su tratte relativamente brevi. Ma secondo
Trenitalia i ritardi dei treni sotto 15 minuti non sono considerati
tali, "per consuetudine europea". E pazienza se centinaia di
clienti hanno perso coincidenze o hanno mancato appuntamenti
importanti. Anche per i treni superveloci c'è una sorta di "quarto
d'ora accademico", ammesso, tollerato, escluso dal bilancio.
Numeri e non solo. Lo scopo dichiarato dell'indagine esplorativa di
Guariniello - "il ritardo di per sé non ha rilievo penale", allo
stato non ci sono indagati né ipotesi di reato - è quello di
portare alla luce le cause degli stop e dei rallentamenti, per
vedere che cosa c'è davvero dietro e lavorare di conseguenza. Per
due ordini di ragioni. La sicurezza, e possibili correttivi.
"Successe così - ricordano dallo staff del sostituto procuratore -
anche con l'inchiesta sui ritardi areei: si individuarono le
origini dei problemi, si studiarono e pianificarono soluzioni ad
hoc". Ma fin qui le indicazioni avute da Trenitalia, nei prossimi
giorni chiamata da Guariniello a dare risposte più approfondite,
non sono state dettagliate. I motivi dei ritardi, minimi o
stratosferici che siano, vengono raggruppati in quattro
macro-famiglie. Cause interne, cioè inconvenienti tecnici. Cause
esterne, sostanzialmente eventi meteorologici, suicidi, incidenti.
Cause attribuibili al gestore della rete, Rsi. E cause che
dipendono da altri operatori ferroviari, ad esempio la società
svizzera Cisalpino o le concessionarie locali.
Dal quartiere generale di Mauro Moretti, l'amministratore delegato
di Trenitalia, l'accento viene messo sul bicchiere mezzo pieno - la
puntualità di tre quarti dei Frecciarossa o l'"accettabile" quarto
d'ora di ritardo - e sulle difficoltà legate alla messa a regime
della "rivoluzione alta velocità". Moretti da parte sua ribadisce
la tesi già esposta a Repubblica il 18 dicembre scorso, nel pieno
della crisi Frecciarossa. "Sono dei guai giovanili - spiegava l'a.
d. - il nostro è un sistema così complesso che ha bisogno di
rodaggio, di essere provato ora dopo ora, giorno dopo giorno e
accompagnato da cure e attenzione dei nostri tecnici. Per fare ciò
occorre del tempo: stiamo parlando di mille chilometri di rete ad
alta velocità e 110 treni veloci al giorno". Aumentando l'offerta
di treni del 40 per cento - aggiungono a Trenitalia - sono state
anche inaugurate in contemporanea tre nuove linee Av. C'è stata poi
l'introduzione dell'orario invernale. E infine ci si è messo il
tempaccio. Con una coda di effetti collaterali. Non sono ancora
stati rimessi in rete tutti locomotori fast mandati in manutenzione
dopo l'ondata di gelo e i guasti elettrici provocati dalla basse
temperature.